«Un libro di una bellezza struggente, divertente, leggera e malinconica».
Boris Sollazzo (Dragoncelli di fuoco, 2020)

«E questo viaggio a due tra i ricordi, nudo e toccante, scritto senza velleità letterarie di sorta, toccata e fuga tra paradossi e luoghi comuni culturali dell’Italia anni sessanta e settanta, si trasforma lentamente in una sorta di safari esistenziale, tra fantasmi e illusioni, dove l’unica cosa che davvero conta continua a scivolare e sfuggire, alla macchina da presa come alla macchina da scrivere».
Satisfiction (Passeggeremo ancora tra le rovine del tempio, 2018)

«Un libro bellissimo. Molto più di una biografia: un biopic cinematografico, che ritrae un personaggio nel momento forse più drammatico della sua vita e della sua ossessione, svelata anche nelle pieghe oscure che non vorremmo conoscere. un attore pazzesco e un essere spaventoso, forse l’ultimo artista maledetto».
Claudio Chiaverotti (Del Paganini e dei capricci, 2016)

«Con coerenza e pertinenza, il volume di Stefano Loparco rende omaggio al più allergico alle convenzioni tra i registi nostrani. E lo fa con coerenza e analisi accurata, mai sciatta o sfilacciata. Un libro che imprime sulla storia del cinema, in modo conclusivo ed esplicito, il passaggio di Gualtiero Jacopetti».
DbCult Film Institute (Graffi sul mondo, 2014)