24 giugno 2014. Nel giorno della débâcle per la nostra nazionale calcistica sconfitta per 1 – 0 contro l’Uruguay, un breve scambio di messaggi tra Luigi Mascheroni, giornalista e docente universitario e il critico Gian Paolo Serino. Non propriamente una recensione, ma un invito alla lettura genuino e disinteressato (non avendo il piacere di conoscere personalmente l’autore).

Il mio parere è molto semplice ed è in parte scaturito dal fatto che dal 1953 ho vissuto in Brasile a più riprese e conosco molto bene il suo modo di pensare di agire, di accettare e rifiutare. Sono giunto alla conclusione che le partite di calcio di questo Mondial non sono partite bensì incontri di lotta libera. La ragione di tutto questo è che per fare questo Mondial in Brasile sono stati spesi una montagna di soldi per costruire stadi e spazi di gioco pari una spesa equivalente a oltre 30 miliardi di euro. Tutto questo ha scatenato l’ira dei brasiliani che da mesi manifestano nelle strade in maniera anche violenta dove c’è già scappato qualche morto e reclamano ospedali, scuole, assistenza sanitaria e le solite cose che conosciamo. Il Brasile è formato da 200 milioni di individui. Grosso modo un centinaio sono “morti di fame” o comunque sotto il livello di povertà. Gli altri, una piccola percentuale sono stramiliardari. Tanto per fare un esempio tutta la catena alimentare del fast food americano (Mc Donald, Burger King, Kentuky Fried Chicken, etc.) appartiene a uno dei pochi gruppi finanziari brasiliani che possono fare invidia ai Rockefeller dei tempi d’ oro. Il resto si divide in militari e corpi para militari, funzionari, industriali, commercianti, pensionati, ripartiti in diverse proporzioni. Il costo della vita è altissimo e la svalutazione fa arretrare il Real ogni giorno. Tutto questo apparato di vanità, di presunzione e di protervia è stato voluto da Lula ex presidente e da Dilma Santos attuale “fantasma” presidente che si appresta a cedergli nuovamente il trono. Se il Brasile perde il Mondial , Dilma rischia seriamente di perdere il posto. Quindi niente di meglio per salvare il potere che comprare il comprabile ! Le partite come tutti sanno, le fanno i giocatori all’ 80% e il resto le fanno gli arbitri, come tutti abbiamo ben visto, e vedremo fino alla fine. A meno di qualche imprevisto che rompa le uova nel paniere, il Brasile porterà a casa la coppa e questo calmerà anche la massa dei diseredati e si procederà direttamente alle Olimpiadi fra 2 anni con spese analoghe se non superiori. Questo è quanto. Il mondo è sempre lo stesso e così anche il Brasile che come disse Stefan Sweig ” E’ il paese del futuro e lo resterà per sempre”.