Dice tutto (e bene) Claudio Bartolini. Per quanto mi riguarda, posso solo aggiungere (come ho tentato di spiegare nel testo delle Edizioni Bietti in collaborazione con Nocturno Cinema e FI PI LI Horror Festival) che Dellamorte Dellamore non è quel filmetto che si è detto fin qui. Non solo.
MICHELE SOAVI: IL PUNTO DEFINITIVO
Novità a pioggia in quel di Bietti Edizioni. Non esistevano pubblicazioni monografiche su Michele Soavi. Ci abbiamo pensato noi di Bietti, con l’aiuto di Nocturno e il sostegno fondamentale di FI PI LI Horror Festival diretto da Alessio Porquier, a colmare la lacuna con due strumenti complementari che – insieme – formano un moloch teorico-aneddotico-fotografico-analitico su uno tra i registi di culto del cinema e della tv italiani.
Il primo oggetto è quello di cui vado più fiero: è il volume apripista della nuova collana I libri di INLAND, diretta da Ilaria Floreano e dal sottoscritto, che da ora in poi affiancherà il main catalogue di Bietti Heterotopia proponendo una serie di opere legate ai contenuti di INLAND. Uno spin-off della nostra storica collana e, al contempo, della nostra rivista monografica. Apriamo con “Michele Soavi. Cinema e televisione”, monografia compatta e coesa a firma Ilaria Feole (già autrice per Bietti Heterotopia di “Wes Anderson. Genitori, figli e altri animali”), capace di percorrere cronologicamente (e integralmente) la carriera del regista da “Deliria” (1987) a “Rocco Chinnici” (2018). Non manca nulla, nemmeno videoclip e documentari. Un libro che è già culto, al quale ho avuto il privilegio e il piacere di prendere parte in prima persona scrivendo i micro-saggi sulle opere dal 2008 a oggi. Un oggetto economico (meno di 15 euro), peculiare per formato (più stretto e alto degli Heterotopi) e copertina: niente immagini, parlano i testi e il monocolore (lo stesso dell’INLAND abbinato). Il secondo oggetto è ovviamente, il fascicolo periodico ormai di culto. Dopo la croce rovesciata su rosso di Rob Zombie, il materassino su azzurro di François Ozon, la barca su verde di Lav Diaz, il diamante su fucsia di Nicolas Winding Refn e il seghetto su giallo di Sergio Martino, ecco la Uno (bianca) su ruggine di Michele Soavi. Se il volume di Feole compie una carrellata di profondità sulle opere del Nostro, questo spillato di 60 pagine coglie ed enuclea spigolature al solito eccentriche, con saggi di raro acume e competenza. Merito di Corrado Colombo e Giovanni Modica (sezione Profili), di Andrea Scarabelli, Marcella Leonardi, Rocco Moccagatta, Ilaria Feole e Anton Giulio Mancino (sezione Confluenze), di Donato Dallavalle, Pier Maria Bocchi, Stefano Loparco, Fabrizio Fogliato, di nuovo Moccagatta e Manlio Gomarasca (sezione Audiovisivi). Merito anche di un eccezionale portfolio fotografico a color di 12 pagine, con scatti di scena e set dai film soaviani. Per la prima volta, dunque, oltre ai distintivi e preziosi disegni inediti di Alessandro Colombo, INLAND si dota di un apparato iconografico. Per quanto riguarda i testi, beh, siamo come sempre a prova di refuso grazie al lavoro della redazione (Caterina Bogno, Elisabetta Sainaghi) guidata da Ilaria Floreano. Tanta carne al fuoco, gente. Tutta di prima scelta. Vi aspettiamo a Livorno, al FI PI LI Horror Festival, dal 28 aprile, per parlarvi di questi progetti e presentarli in anteprima esclusiva. Saranno disponibili gli INLAND in versione cartacea, gratuiti per chi acquisterà il volume e per chi presenzierà agli incontri. Scusate la prolissità, ma cose del genere non capitano tutti i giorni. Non a meno di 15 euro, perlomeno!
Claudio Bartolini