“Il merito del libro, oltre ad aneddoti divertenti e malinconici, sta nel sapere descrivere, in maniera sintetica, quasi chirurgica, il senso della vita e dell’amicizia, che forse è il sentimento più puro tra gli esseri umani, da parte di chi sa che la vita lo sta per abbandonare. Uno Jacopetti ormai arrivato ai titoli di coda s’accomiata così di fronte all’amico ritrovato: ‘Che brucino quello che resta di me. Prima però, vorrei che mi levassero gli occhi. Vorrei che li dessero a un cieco, a qualcuno che non può aver visto quello che noi abbiamo visto’”.
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