graffi sul mondo
A proposito di ‘Graffi sul mondo’. La riflessione di Roy Menarini
Leggi la recensione di Roy Menarini
Docente universitario, critico, saggista, studioso, commentatore della cultura e della ricerca.
‘Graffi sul mondo’ – Il pensiero di Luciano Lanna su Segnavia
‘Con questo Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo (Edizioni Il Foglio, pp. 340, euro 16,00) Stefano Loparco ha realizzato una cosa che si attendeva da anni: raccontare, spiegare e restituire alla storia del cinema (e non solo) il contributo fondamentale di un intellettuale italiano del Novecento tra i più creativi e irregolari’.
Una stimolante riflessione a firma Luciano Lanna.
Giornalista e scrittore, già direttore del Secolo d’Italia.
Intervista rilasciata alla Gazzetta del Serchio
Pubblicata per la prima volta in Italia una biografia sul giornalista e regista Gualtiero Jacopetti
‘Graffi sul mondo’ sul Messaggero Veneto
L’inafferrabile Gualtiero Jacopetti imprigionato dentro il libro di Loparco
La storia inghiotte, ma lascia tracce. Non è mai un delitto perfetto. E certi uomini, che di segni ne hanno lasciati sin troppi, si fanno placcare, prima o poi. E altri uomini del futuro ostinati e di penna buona, si pigliano la briga di raccontare. Gualterio Jacopetti (1919 – 2011), straordinario artista davvero total – cinematografo, giornalismo, regia, documentari – scardina certi silenzi imposti e i più iniziano a temerlo. E Stefano Loparco, classe 1968, friulano (abita a Cormòns dopo un intenso pellegrinaggio italiano), con il vizio primario di scegliere bersagli, colpendoli infine, lo imprigiona. ‘Nessuno si era mai avventurato nell’universo jacopettiano, personaggio ai più scomodo, eppure perfetto per scriverci attorno qualcosa’. Eco qui. Graffi sul mondo (Edizioni Il Foglio), oltre trecento pagine e una notevole collezione di foto rare. Tanto per inquadrare l’artista: lui firmò, assieme a Franco Prosperi, Mondo cane, un docu-film che fece epoca, capostitpite di un filone sensazionalistico e crudele. ‘Incassò miliardi in tutto il globo terraqueo per la gioia massima di Angelo Rizzoli che lo produsse’, spiega Loparco. ‘Ci vorrebbe una giornata intera per selezionare una vita così, all’arrembaggio coma la sua; ho cercato di raccogliere in tre anni di paziente ricerca eventi dirompenti e pure quelli all’apparenza meno intriganti, ricostruendo così, attraverso le imprese, uno spaccato italiano’. Stefano subisce il fascino dei Settanta. ‘Amo il cinema di quel decennio e m’incuriosisce ciò che dentro s’agivata’. E anche nella sua opera prima, l’autore scannerizza una delle attrici culto dell’epoca, quella Edwige Fenech, prima del suo scavo, mai finita sulle pagine patinate di un libro (Il corpo dei Settanta). Allo scrittore piace il sentiero solitario, lo si è capito. Dunque, Jacopetti. ‘Lo si potrebbe serenamente definire un iconoclasta, attaccava la cultura dominante, provocava. Diresse il settimanale Cronache, sorretto dalla fiducia di Indro Montanelli e senza farsi plagiare dal lecito. E il passo successivo, sulle ceneri del defunto prodotto, fu la nascita de l’Espresso. Persino Fellini notò quel piglio anticonformista. ‘Si dice che il pesonaggio di Marcello Rubini, che Mastroianni interpretò ne La dolce vita, fosse una somatizzazione di Jacopetti’. Altro caposaldo registico del nostro eroe: Africa addio. Uno scioccante reportage sugli effetti della decolonizzazione. Come per Mondo cane, Gualtiero e compagni riuscirono a smuovere le coscienze dei cinque continenti. Il volume ha già un percorso stabilito. ‘Lo presenterò al Centro sperimentale di Roma e, con la collaborazione di Tatti Sanguineti, diventerà l’argomento di un servizio che andrà in onda su Iris.
Gian Paolo Polesini, Messaggero Veneto, 30 marzo 2014
Driiinnn…. sono Tatti Sanguineti…

‘Ciao Stefano, saresti così cortese di inviarmi ‘Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo’? Me ne stanno parlando da venti giorni…. sono proprio curioso di leggerlo…. ‘
Tatti Sanguineti che mi chiama al cellulare?
Recensione di Solo Libri

“Ma un libro così bello, dannato e controcorrente, sarebbe mai saltato fuori dal catalogo di una ‘major’? La domanda è pleonastica: lunga vita alle piccole ma battagliere Edizioni Il Foglio e al fiore all’occhiello della collana ‘Cinema’”.
La recensione di Solo Libri a firma Mario Bonanno
Nocturno Cinema assegna il massimo dei voti a ‘Graffi sul mondo’
Nel numero di marzo – attualmente in edicola – la rivista Nocturno Cinema, assegnando il massimo dei voti a ‘Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo’, conclude: “un ottimo volume di Stefano Loparco che affronta la personalità, non semplice, di Jacopetti, con la scorta della misura nella scrittura, della filologia e del buon senso. Imponente l’apparato di documenti e testimoni”. Voto: 5 su 5.
‘Graffi sul mondo’ tra i libri consigliati dal Secolo d’Italia
Chi era Gualtiero Jacopetti, il regista di Mondo cane (1962) e Africa addio (1966)? Un eccentrico intellettuale penalizzato dal suo essere fascista, reazionario e di destra, un protagonista della dolce vita romana, un cineasta coraggioso. Così lo presenta ai lettori, nella prima biografia a lui dedicata, Stefano Loparco. La filmografia di Jacopetti è scarna: “Sei film che intendono descrivere i molti modi in cui si dà l’esperienza umana alle varie latitudini del pianeta e ai diversi gradi dell’evoluzione sociale. Avvenimenti bizzarri, spesso raccapriccianti quando non sadici, reinterpretati in una trasposizione realista mai sperimentata prima di allora dal cinema”. Un “cinema estremo” che fa irruzione nel sistema cinematografico degli anni Sessanta e anticipa di almeno trent’anni l’avvento dei reality-show. (Stefano Loparco, Gualtiero Jacopetti. Graffi sul mondo, edizioni Il Foglio, pp. 334, euro 16)
Libero Quotidiano dedica la prima pagina della cultura a ‘Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo’

Domenica, 9 marzo, Libero Quotidiano ha dedicato un’ampia pagina a Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo’. Scrive Giorgio Carbone: ‘Loparco più che un biografo è un appassionato, certosino archivista. Ha recuperato tutto (o quasi tutto) quanto scritto sul personaggio e ha legato i vari capitoli con buona prosa. Lasciando ai lettori non Jacopetti ma un bel pò di strumenti per capirlo’.




