Addio zio Tom – Lettera di Simone Scafidi

Ciao Stefano,

ho finalmente letto Addio Zio Tom. Mi verrebbe da dire che si tratta di un lavoro stupefacente, ma non ho provato in realtà alcuna sorpresa leggendolo perchè già avevo avuto modo di conoscere la qualità della tua scrittura e qui l’ho ritrovata alla sua ennesima potenza.

Il prologo, l’analisi e l’epilogo sono come tre movimenti musicali, ognuno col proprio ritmo, ma perfettamente saldati nel loro incedere travolgente. Il prologo rispecchia quella tua capacità di trasportare i fatti storici e il dietro le quinte in un racconto dal respiro romanzesco; l’analisi – così ardua da organizzare per un film del genere – è densa e illuminante; l’epilogo, con quella sua forma di processo, solleva tutti i dubbi su una pellicola ingiustamente rimossa, ma non esente da difetti (anche di confezionamento, come ben noti in merito al doppiaggio). Un film alieno eppure calato nel suo tempo. E che grande intuizione il raffronto/differenza con L’albero degli zoccoli. Alla fine riesci poi a far emergere quella che è la grande forza espressiva di Addio Zio Tom, la sua importanza (ben esemplificata da Martera), la sua inopportunità, per citare un termine che utilizzi con ragione. Non era facile dire la parola fine su Addio Zio Tom, ma ce l’hai fatta.

Mi sembra un lavoro urgente, tanto più ora in cui il film, sebbene nella sua seconda edizione, è comparso su Prime Video. Assente (o quasi) dall’home video, ma clamorosamente a portata di mano per milioni di possibili spettatori accidentali.

Simone Scafidi

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