Dragoncelli di fuoco. Il primo (non) film di Paolo Sorrentino

La domanda è: come è potuto accadere Sorrentino?

Qual è la genesi del suo canone cinematografico, una così alta allegoria dello scarto esistenziale, della mancanza di senso, dell’assenza? Allora Dragoncelli di fuoco – il film realizzato nel 1994 dal futuro premio Oscar e gli amici del Vomero – potrebbe rivelarsi utile. Perché affonda nel tempo e nello spazio delle possibili risposte, quando un giovane studente universitario in Economia scommette sul cinema dove non c’è, mentre ha inizio il suo personale viaggio al «pleistocene della felicità».

Sono grato a Bruno Grillo e Giacomo Matturro per avermi raccontato questa straordinaria storia di cinema e amicizia e a Maurizio Fiume, Stefano Russo, Pappi Corsicato e Gianni Ferreri, per aver condiviso il loro ricordo di Paolo Sorrentino ragazzo e di una Napoli – quella di Maradona, dei caroselli d’auto, dei nastri colorati, di fischietti e bam bam – che non c’è più. I fatti riportati nel libro – che vuole essere un piccolo romanzo di formazione – in larga parte gli provengono, fermo restando le suggestioni e le ipotesi di una costruzione letteraria svincolata dal vero.

Ringrazio Ilaria Floreano per avermi chiamato in Bietti e nei suoi Fotogrammi e l’attrice teatrale e ‘sdrammaturga’ Stefania Stella Granato per la revisione della lingua napoletana.

Dragoncelli di fuoco. Il primo (non) film di Paolo Sorrentino è il mio sesto libro. Il più intimo, il più astratto, il più buffo, il più doloroso, credo.

Dragoncelli di fuoco. Il primo (non) film di Paolo Sorrentino è in vendita su Bietti.it a € 1,99 e su Amazon.it nella duplice versione, digitale a € 2,69 e cartacea a € 4,99.

Cos’altro aggiungere? Il libro esce oggi, 27 novembre, le pagine sono centoquarantadue, la copertina è di un elegante rosso veneziano ed è bello se lo comprate. Basta cliccare qui.

E ora che ho fatto mia la materia posso allontanarmi senza rimpianti. Come è potuto accadere Sorrentino?

Non lo so.

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