Nel numero di marzo – attualmente in edicola – la rivista Nocturno Cinema, assegnando il massimo dei voti a ‘Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo’, conclude: “un ottimo volume di Stefano Loparco che affronta la personalità, non semplice, di Jacopetti, con la scorta della misura nella scrittura, della filologia e del buon senso. Imponente l’apparato di documenti e testimoni”. Voto: 5 su 5.
Me lo dicano in faccia!
‘Graffi sul mondo’ sul blog lettarario ‘La poesia e lo spirito’
Grazie a Franz Krauspenhaar, scrittore e poeta, Il blog letterario ‘La poesia e lo spirito’ pubblica l’introduzione di ‘Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo’.
‘Graffi sul mondo’ tra i libri consigliati dal Secolo d’Italia
Chi era Gualtiero Jacopetti, il regista di Mondo cane (1962) e Africa addio (1966)? Un eccentrico intellettuale penalizzato dal suo essere fascista, reazionario e di destra, un protagonista della dolce vita romana, un cineasta coraggioso. Così lo presenta ai lettori, nella prima biografia a lui dedicata, Stefano Loparco. La filmografia di Jacopetti è scarna: “Sei film che intendono descrivere i molti modi in cui si dà l’esperienza umana alle varie latitudini del pianeta e ai diversi gradi dell’evoluzione sociale. Avvenimenti bizzarri, spesso raccapriccianti quando non sadici, reinterpretati in una trasposizione realista mai sperimentata prima di allora dal cinema”. Un “cinema estremo” che fa irruzione nel sistema cinematografico degli anni Sessanta e anticipa di almeno trent’anni l’avvento dei reality-show. (Stefano Loparco, Gualtiero Jacopetti. Graffi sul mondo, edizioni Il Foglio, pp. 334, euro 16)
Libero Quotidiano dedica la prima pagina della cultura a ‘Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo’

Domenica, 9 marzo, Libero Quotidiano ha dedicato un’ampia pagina a Gualtiero Jacopetti – Graffi sul mondo’. Scrive Giorgio Carbone: ‘Loparco più che un biografo è un appassionato, certosino archivista. Ha recuperato tutto (o quasi tutto) quanto scritto sul personaggio e ha legato i vari capitoli con buona prosa. Lasciando ai lettori non Jacopetti ma un bel pò di strumenti per capirlo’.
A proposito de ‘Il Corpo dei Settanta’. Le (belle) parole di un lettore.
Egregio Sig. Loparco,
mi chiamo Gabriele e sono un ventiduenne di Sabaudia in provincia di Latina. Sono sempre stato un appassionato di film italiani anni ’70/’80 (specialmente delle commedie nostrane) e proprio mentre vedevo alcuni film come i mitici “Giovannona Coscialunga” e “La Signora Gioca Bene a Scopa?” sono rimasto colpito dalla bravura (e dalla bellezza ovviamente) della leggendaria Fenech; cercando in rete maggiori informazioni sull’attrice mi sono imbattuto in un libro da Lei scritto, “Il Corpo Dei Settanta”. Me lo sono fatto ordinare via Internet e l’ho praticamente divorato in meno di una settimana! L’ho trovato davvero un libro esaustivo nonché appassionante; incredibile come Lei sia riuscito ad unire la biografia di Edwige alla storia d’Italia. La volevo ringraziare (per quanto possano valere le mie parole) perché grazie a questo suo progetto è stato possibile vivere quei periodi ormai lontani e per noi “nuove leve” inarrivabili (per farle un esempio, mentre Edwige conduceva Sanremo io mi preparavo a venire al Mondo!) ma che comunque a distanza di tempo rimangono sempre molto affascinanti, facendo sentire anche a chi non li ha vissuti una vena di malinconia nonché nostalgia. Certo, non potrò provare la stessa magia dell’epoca nel vedere quei filmoni sul maxischermo per la prima volta in assoluto, ma grazie a Lei ho sentito comunque un brivido lungo la schiena nel rivederli nel mio pc. Mi complimento ancora per la sua stupenda indagine e le auguro tanta felicità.
Lettera firmata.




